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Nuova release - Settembre 2004
Siamo ritornati!!! |
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L'OBBIETTIVO: Viaggiare in Vespa per l'Europa.
LE DOMANDE: 1) Riusciranno i nostri eroi a compiere una tale fatica? 2) I loro potenti mezzi ce la faranno? 3) Avranno calcolato tutto? 4) Partenza? 5) Arrivo? 6) Chi sono? 7) Con quali mezzi? 8) Perchè?
LE RISPOSTE: 1) Siamo tornati sporchi, stanchi e più forti di prima!!!
2) La PX ci ha abbandonato... La GT perfetta
3) I soldi non bastano mai... come sempre...
4) Partenza: 24 Agosto 2004
5) Arrivo: 31 Agosto 2004
6) I Centauri: 7) I Destrieri:
8) Se fai questa domanda non puoi capire la risposta!
LA TABELLA: Km Genova Mantova 400 Trento - 1 notte Innsbruck Stams - 2 notti Schloss Neuschwanstein Wieskirche Schongau Landsberg am Lech - 1 notte Augusta Günzburg (Legoland) Stoccarda - 2 notti Zurigo - 1 notte 2200 Genova
IL DIARIO:
“Un mese in una settimana”
Diario di viaggio di due ragazzi che faranno la storia
Scritto da Marco Pelosi
5:30 sveglia, si parte, mesi di attesa,
preparativi, pensieri. Ciao mamma,
tranquilla! Io sono Marco Pelosi, 22 anni,
praticante geometra, maschera al Cineplex,
passione per i viaggi ma soprattutto una
forte predisposizione per il fancazzismo e i
divertimenti notturni. Scriverò io questo
diario per ricordare le emozioni, per le
immagini ci sono le foto. La Vespa carica,
tutto è pronto. Siamo a Teglia davanti al
box che ci ha ospitato nelle avventure
meccaniche e per un’infinità di serate a
base di c…chiacchiere. Ad aspettarmi c’è
Sergio Rossi, il mio compagno di viaggio. 23
anni, geometra aspirante ingegnere
informatico. Con lui ho fatto la mia prima
vacanza da solo e da quel momento non
riusciamo a toglierci il vizio di girare per
l’Italia e per l’Europa.
è
il mio compagno di viaggio preferito. Una
sera come tante, al tavolo di un pub l’idea
di questa impresa ha fatto capolino ed è
stato come innamorarsi: Genova – Amsterdam –
Genova in Vespa. Bisogna partire subito,
staccarsi da tutto quello che è stato in
questi mesi! La preparazione dei mezzi, dei
bagagli, del tragitto ormai non è altro che
due Vespe e due riders pronti a partire. Una
preghiera che lega il pilota al suo mezzo.
Speranze e fiducia in dieci secondi di
silenzio. Si parte ma un sacchetto sbatte:
“vai via papà!” Era quello che pensavo
quando mio padre si è fermato a Teglia,
appena partiti, per aiutarci. Lo so che ci
siamo salutati solo da un minuto ma io un
minuto fa ho staccato i ponti: Siamo rimasti
solo io, Sergio e i nostri mezzi e dovremo
cavarcela per 3000 km. Imbocchiamo la
statale dei Giovi e la testa sembra
scoppiare: il motore come gira?, mi conviene
tirare questa marcia?, qual è l’andatura
giusta? Ma soprattutto cosa bisogna pensare
per affrontare ore e ore di viaggio? Bisogna
darsi un obbiettivo? O è meglio distrarsi
cercando di non pensare a quanta strada ci
sia ancora da percorrere? Incrociamo sguardi
curiosi ed interrogativi, viaggiatori come
noi, il tempo incerto. Si arriva a
Serravalle attraversando luoghi che ti fanno
sentire ancora vicino a casa, familiari. Da
adesso in poi comincia il viaggio vero fatto
di posti mai visti sapendo che l’obbiettivo
è distantissimo ma che la scoperta e dietro
ogni curva. Dopo qualche ora i pensieri
diventano “semplici” e ti trovi a darti un
obbiettivo ad ogni cittadina sulla tua
strada ed ogni cartello ti dice “ti stai
avvicinando!”. E allontanandosi dai pensieri
di prima della partenza, dalle
preoccupazioni, ti concentri sulla strada e
ti accorgi che i motociclisti che incroci ti
salutano con un gesto della mano e ogni
saluto ti alleggerisce il cuore: non sei
solo sulla Vespa, sei parte di un gruppo che
vive le tue stesse emozioni e
preoccupazioni. Ora basta, ci sei e sai che
il bello lo trovi nel presente,
nell’istante. Mantova, pausa pranzo. Ore di
pianura poi le montagne, come una porta, a
segnare il passaggio dal solito al nuovo.
Una linea tra due pareti di roccia che pian
piano diventano una distesa di verdi vitigni
protetta da un abbraccio di roccia.
Spuntano case come se provassero a tirare
fuori il naso per respirare. E il paesaggio
cambia. Si fanno sentire sempre di più le
influenze dell’Austria che si sta
avvicinando. Trento, prima notte. E la sera
si parla dell’oggi e del domani. “Abbiamo
fatto un sacco di chilometri oggi!”, “Bello
il campeggio, vero?!”. E finendo la birra
sale la stanchezza che fino ad ora sembrava
che non esistesse. Ci ha colti di sorpresa
perché durante il giorno sembra che nulla ti
possa fermare. L’entusiasmo ti dà un bonus
per andare avanti anche quando dovresti
fermarti. La sera però devi restituire
quello che ti è stato concesso. Ci svegliamo
presto ma si parte tardi. Smontare,
impacchettare, caricare. Nei prossimi giorni
diventeranno automatismi ma oggi ci sembrano
non finire mai. Ci mettiamo in viaggio verso
il San Gottardo per lasciare l’Italia ed
entrare in Austria. Incontriamo molti
motociclisti, attraversiamo posti bellissimi
e cominciamo a capire la vera bellezza di un
viaggio come questo. Scopri che le città e
gli stati non sono chiusi nei loro confini
politici ma si espandono nei dintorni in un
arcobaleno di sfumature tanto da farti
sentire che ti stai avvicinando senza
l’aiuto di una cartina. E proprio qui, le
sfumature, il contrasto, l’intreccio, ti
lasciano il ricordo di scorci di paesaggio
indimenticabili. Un piccolo problema alla
Vespa quando siamo ormai a Innsbruck,
risolto. Sosta per far riposare i mezzi
e visitare una città che sembra meritare
qualche ora. Scarichiamo le Vespe,
depositiamo i bagagli in stazione e
cominciamo il giro. Bellissima, facciate
colorate ai lati di strade ciottolate, tetti
dorati, porticati, il Mc Donald più bello
che abbia mai visto, un sacco di turisti. Ai
tavoli dei bar all’aperto si gustano fette
di torte Sacher che sembrano chiamarmi per
nome: “Vieni Marco, sono la tua torta
preferita…”, “Ora no, siamo in ritardo,
bisogna ripartire subito!”. La voce di
Sergio come la ragione che io avevo
abbandonato mi trascina via. Che palle!
Recuperiamo le valige, le carichiamo e
ripartiamo. Mezz’oretta di viaggio, non di
più, e la nostra attenzione è attirata da un
grande palazzo bianco con due grandi torri e
decidiamo di fermarci a dare un’occhiata.
Siamo a Stams. Pipì, qualche foto, si
riparte. Una pedalata, due pedalate e…basta.
La pedalina della Vespa non si muove più.
Una grippata? Una calda? Comunque basterà
farla raffreddare un po’ e vedrai che
riparte. 10 minuti, un quarto d’ora,
mezz’ora. La situazione non cambia. Minaccia
di piovere e comincia a essere tardi.
Cerchiamo un campeggio e alla Vespa
penseremo domani mattina. Qualche minuto e
scopriamo che dietro al palazzo che aveva
attirato la nostra attenzione c’è un
campeggio dove passare la notte. Non
sappiamo cosa succederà domani ma il fato ci
ha dato la possibilità di non pensarci,
almeno per stasera, e allora non pensiamoci
e godiamocela visto che il posto è
bellissimo! Cominciamo a montare la tenda,
comincia a piovere e decidiamo di mangiare
al ristorante del campeggio. Due birre
buonissime e due piatti di prelibatezze
miste “condiscono” la visione che rapisce i
nostri sguardi. Una ragazza bionda, sui
diciotto anni, mangia al tavolo di fronte al
nostro e ci squadra. Siamo catturati subito
da quella bellezza che è tanto rara da noi
quanto normale qui: capelli biondi, occhi
azzurri e dei lineamenti pressoché perfetti.
Tutto farebbe pensare a un “ci vai tu o ci
vado io?” e invece un particolare ci ferma:
al tavolo con lei ci sono i genitori!
Sorseggiamo la birra, divoriamo la cena e
intanto ci rendiamo conto di non riuscire a
staccarle gli occhi di dosso. Sappiamo che
non andremo oltre ma il piacere di scambiare
sguardi con una così bella ragazza lenisce
la ferita. Ammazza caffé, birretta,
riassunto delle spese e a dormire, domani
mattina ci aspetta il verdetto! Ci svegliamo
presto e piove. Cerata e dritti alla Vespa.
Provo una pedalata,niente, allora smontiamo
il cilindro e riuscendo a sfilarlo
tranquillamente capiamo che il problema è
più grave: ho sbiellato! La Vespa è
definitivamente ferma a trenta silometri da
Innsbruck. Cambia tutto, i progetti saltano.
E ora? Diversamente da quello che si
potrebbe pensare non sono arrabbiato. Giù il
cappello di fronte a chi mi ha permesso di
vivere, fin che ha potuto, un esperienza
indimenticabile. Ora, nel modo e nel momento
migliore , mi sta dicendo “scusa, non posso
più aiutarti”. Pranziamo ma il nostro
pensiero è altrove: cosa facciamo?,
proseguiamo?, torniamo?. Una cosa certa: la
Vespa deve tornare a casa e con lei dovranno
partire gran parte dei bagagli se vogliamo
proseguire con una sola Vespa. Stazione di
Innsbruck. Con 160 euro possiamo spedire la
Vespa e i bagagli. Ok! La tenda, le
stoviglie, parte dei vestiti torneranno a
Genova. In due giorni percorriamo la strada
171 che collega Stams a Innsbruck
un’infinità di volte e in un sacco di modi
diversi: con la Vespa a spinta, con la prima
parte dei bagagli, con la Vespa al traino e
per finire con la seconda parte dei bagagli
pronti per compilare i moduli e proseguire.
Il carico è più alto di un metro e il prezzo
diventa di 260 euro. Ciao Vespa, buon
viaggio. Si riparte. Oggi lasceremo
l’Austria per arrivare in Germania. In due
si viaggia bene, si chiacchiera e si
catturano panorami che altrimenti sarebbero
rimasti solo ricordi. Facciamo la prima
sosta a Neuschwanstein.
Talmente perfetto da sembrare un enorme
parco divertimenti ma indubbiamente bello.
Si prosegue, qualche sosta, una birra e
siamo a Landsberg am Lech. Bellissima. Ci
rapisce e decidiamo di fermarci per la
notte. Ci accorgiamo di una cosa: la
giornata può essere stata dura,stressante,
ma la bellezza di un posto che non avevi mai
visto ti fa scordare tutto. E allora
spendere un po’ di più, concedersi una cena
tipica bavarese non è un problema, è solo il
modo giusto di godersi la vacanza. Ma una
sorpresa ci aspetta. “Il bancomat non mi ha
dato i soldi, proviamone un altro.”. 200…no,
150…no, 100…no, 50 euro! Ho finito i soldi
sul conto. Siamo, di nuovo, di fronte a un
bivio: proseguiamo? torniamo indietro?
cambiamo itinerario? “300 euro lunedì?!
Perfetto, grazie mà”. Dove possiamo arrivare
con 300 euro? Se proseguiamo riusciamo ad
arrivare ad Amsterdam e tornare a casa?
Anche se ci riuscissimo non avremmo la
possibilità di “goderci” le qualità migliori
della capitale olandese. Allora ci dirigiamo
a nord ma andiamo a Stoccarda, a visitare il
museo Mercedes, e da lì studiamo un percorso
diverso da quello dell’andata per il ritorno
a casa. L’indomani ci mettiamo in viaggio. I
paesaggi sono diventati piatti e noiosi ma
per fortuna un imprevisto riporta colore nel
tragitto. Chi non ha mai montato un lego
nella vita? LEGOLAND! Visto per anni in tv
ora ce l’avevamo a un chilometro di distanza
e la deviazione è obbligatoria. Si riparte e
l’arrivo a Stoccarda risveglia l’entusiasmo
della scoperta di una città nuova. Scendendo
dalla collina verso il centro mi ritrovo a
guardarmi intorno con la curiosità che mi
aveva accompagnato fino a Landsberg am Lech.
Prenotiamo la camera in albergo, posiamo i
bagagli e via, al museo Mercedes.
Bellissimo. La sera facciamo una piacevole
scoperta: in quel periodo Stoccarda ospita
la festa del vino. Vino, birra, specialità
tedesche. La stanchezza ci ferma quindi
decidiamo di fermarci un altro giorno. Al
mattino ci aspetta il museo Porche. Non è
all’altezza del museo Mercedes ma comunque
bello. Mangiamo e pianifichiamo il ritorno.
Non ho voglia di tornare ma ha senso tirare
per le lunghe un’esperienza che nei tempi
naturali del viaggio mi ha regalato emozioni
indimenticabili? Sicuramente no. Le idee, le
voglie col tempo si trasformeranno in
progetti per altri viaggi. Diamo tempo al
tempo! Un giro nel pomeriggio ci fa capire
quanto sia bella questa città per cui non
nutrivamo curiosità particolari. Un panino
con la salsiccia e uno spiedino di chicchi
d’uva ricoperti di cioccolato al latte, che
sbrillo! La sera siamo di nuovo in giro tra
i banchetti della festa del vino ma stasera
pasteggiamo a birra. Gironzoliamo un po’,
giusto il tempo di recuperare i bicchieri
della festa che ci mancavano per coprire il
fabbisogno di souvenir di amici e parenti.
In albergo prepariamo i bagagli e ci
organizziamo per spedire i regalini e il
superfluo a Genova. Spedizione e partenza,
autostrada per risparmiare tempo e una sosta
all’autogrill dopo l’altra arriviamo a
Zurigo. Sono le quattro e prima della fine
del pomeriggio dobbiamo trovare una camera
per la notte, recuperare “un sacchetto per
profumare l’armadio” e mangiare. Troviamo la
camera, posiamo i bagagli e ci buttiamo
nella città con la circolazione più
complicata e la più alta concentrazione di
vigili urbani al mondo. Parcheggiamo alla
stazione e ci dirigiamo verso il centro in
cerca di souvenir e di un canapaio. Per i
souvenir nessun problema ma per il resto
panico. Negozi troppo chic e si sta facendo
tardi. Andiamo al parco. È più distante di
quanto pensassimo. Camminiamo, arriviamo
sulla sponda del lago e cominciamo a
guardarci intorno, due ragazzi ci dicono di
proseguire e finalmente raggiungiamo
l’obbiettivo. Bene! A questo punto non ci
resta che mangiare. Mc Donald. 9 euro un
menu! Sti cazzi! Per fortuna la quantità di
belle ragazze ai tavoli ci distrae
immediatamente dai calcoli. Finiamo di
mangiare e ci fiondiamo in albergo. Stasera
quasi quasi non usciamo! Un terrazzino
all’ultimo piano con un tavolino e due
sedie, una discreta scorta di succo di
frutta, tv, e c…e fino allo sfinimento. Al
mattino il risveglio è più difficoltoso del
solito, un richiamino e via. Oggi si torna a
casa. Per passare il confine ci aspetta il
san Gottardo a 2015 m sul livello del mare.
Il tempo è bello ma salendo il freddo ci
costringe a coprirci con tutto quello che ci
siamo portati. La Vespa rallenta ma
riusciamo ad arrivare e lo spettacolo che si
presenta ai nostri occhi una volta arrivati
in cima è veramente bellissimo. Ripartiamo,
Genova è ancora distante. Cominciamo a
sentire i morsi della fame ma non abbiamo
franchi svizzeri. Dobbiamo aspettare di
passare il confine per mangiare. Arriviamo
sul lago Maggiore, abbiamo passato il
confine, al primo bar ci scassiamo un
panino, una birra e ci togliamo la metà
della roba che abbiamo addosso. La strada è
tanta e decidiamo di prendere l’autostrada.
Un autogrill dopo l’altro cominciamo a
ritrovare nei panorami tratti familiari,
l’avventura sta finendo. Sembrano finiti gli
argomenti di cui discutere. Non abbiamo un
tragitto da pianificare, una città da
visitare. Da domani tutto diventa routine,
già visto. Il sole tramonta ma ormai siamo a
casa. Sotto casa scarichiamo i bagagli e
sembra di essere stanchi come mai in tutta
la vacanza. Semplicemente abbiamo perso il
sostegno dell’entusiasmo! Una foto. “Ciao
Se, ci sentiamo”. Un mare di immagini,
emozioni, un mese in una settimana per
sempre nel cuore.
Marco sei stato un grande, anzi grandissimo!
Mi ha molto emozionato leggerlo, vorrei ripartire domani! Ho fatto qualche
piccola correzione, spero di non aver rovinato il tuo capolavoro...
Un'unica cosa, un aggiuntina su cartelli stradali austriaci, carrello
di Dio, Schongau e Cappy?
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